Il trattamento riabilitativo |
NEL PAZIENTE CON EMIPLEGIA CAUSATA DA UN ICTUS |
Il paziente colpito da emiplegia dopo ictus presenta un quadro clinico caratterizzato dall'incapacità totale o parziale a muovere gli arti talora accompagnata da alterazioni delle capacità intellettive, della memoria, dell'attenzione, del linguaggio e della deglutizione. La riabilitazione si propone di: ridurre, sin da dove è consentito dalla lesione neurologica, il grado di deficit motorio del paziente; ridurre il grado di disabilità conseguente favorendo il raggiungimento di un livello di autonomia nelle attività della vita quotidiana; la prevenzione delle complicanze secondarie a carico dell'apparato polmonare, urinario, vascolare che possono ostacolare l'intero processo di recupero del paziente. Esistono due tipo principali di recupero cerebrale; uno denominato "recupero intrinseco", che prevede il ripristino della funzionalità delle strutture nervose danneggiate con possibilità di raggiungere un controllo neurologico sugli arti paralizzati, e di recupero di una motricità utile a compiere gesti normali. Il secondo, "recupero adattivo" o compensatorio, ipotizza che la funzione non venga restituita, ma solo compensata a segutio dell'intervento di strutture residue rimaste integre. Sembra che si verifichino modificazioni comportamentali frutto di fenomeni di apprendimento e di organizzazione celebrale in cui comunque le strutture danneggiate nn entrano in gioco. Le tecniche terapeutiche potrebbero riprendere la capacità di eseguire una determinata funzione pur senza aver ottenuto recupero senso-motorio a carico degli arti colpiti dalla lesione tale. In termini generali il trattamento riabilitativo include alcuni aspetti che prevedono la messa in atto di programmi a complessità differenziata in rapporto alla gravità e del tipo di lesioni presenti. Questi programmi riabilitativi sono determinati da un "team" riabilitativo coordinato dal medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione e che si avvale di figure sanitarie. Per descrivere il trattamento riabilitativo del paziente colpito da ictus bisogna conoscere il possibile percorso clinico-terapeutico che costa della fase acuta, della fase di recupero vero e proprio, e la fase degli esiti stabilizzati in cui è definitivamente raggiunto il massimo recupero motorio e funzionale. Nella fase acuta, quando il paziente è degente nel reparto per acuti, viene attuata un'adeguata igiene articolare mediante idonee posture, una costante mobilizzazione dei vari segmente corporei per evitare i danni causati dall'immobilizzazione e una serie di interventi per raggiungere l'autonomia nelle funzioni vitali. Dopo la fase acuta il paziente continuera con il trattamento riabilitativo intensivo in reparti di riabilitazione che tratteranno la ripresa di un movimento valido e utile per la vita quotidiana, il recupero del controllo della stazione eretta e della deambulazione con ripresa dell'autonomia negli spostamenti e trasferimenti. Talvolta la deambulazione richiederà di essere svolta con un bastone o l'uso di una carrozzino. E' in questa fase che si effettua anche il trattamento dei deficit cosiddetti cognitivi. Fine ultimo della fase di riabilitazione intensiva è il re-inserimento sociale e familiare del paziente. Fondamentale in questa fase è anche stimolare il paziente alla presa di coscienza dei propri deficit e delle disabilità. Il quadro clinico raggiunge la sua stabilità intorno ai sei mesi dall'ictus. Questa fase include due aspetti fondamentali: quelli della prevenzione del degrado motiro e funzionale e quello del mantenimento delle abilità acquisite. Tali aspetti si realizzano con diverse tipologie di interventi riabilitativi sanitari. Dopo la dimissione ospedaliera dovrebbero essere effettuati controlli clini periodici a intervalli regolari per il primo anno. |
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