Distrofia muscolare di Duchenne |
Il termine “distrofia muscolare” descrive un gruppo di malattie caratterizzate da un deterioramento progressivo della funzione muscolare scheletrica. La più comune è la più grave forma di distrofia muscolare, la distrofia muscolare di Duchenne (DMD), che colpisce 1 su 3.500 nati di sesso maschile, è causata da mutazioni nel gene della distrofina, localizzato sul braccio corto del cromosoma X in posizione Xp21. Queste mutazioni (difetti nel promotore, codoni di stop prematuri, mutazioni di senso) portano all’assenza funziona della proteina distrofina. Delezioni, rotture e sostituzioni che mantengono la cornice di lettura del DNA e permettono l’espressione della proteina, anche se alterata, generalmente portano al più lieve e meno comune fenotipo Becker (BMD). La distrofia muscolare di Duchenne e di Becker sono disordini complessi in cui spesso alla degenerazione della muscolatura scheletrica si accompagnano cardiomiopatie, anomalie della retina, difetti all’udito e diversi gradi di ritardo mentale. Lo studio del ruolo funzionale della distrofina ha rivelato che, nel muscolo scheletrico, la distrofina fa parte di un complesso di proteine, Dystrophin-associated Protein Complex (DPC), alcune delle quali responsabili a loro volta di altre forme di distrofia muscolare. Il DPC costituisce nel suo insieme un’unita funzionale in cui mutazioni in uno dei componenti portano all’instaurarsi della patologia in un contesto che vede le distrofie muscolari come malattie del complesso distrofina-proteine a essa associate.
E’ costituito da tre subcomplessi: il complesso del distroglicano, formato da due glicoproteine, (3-distroglicano, proteina extracellulare che lega direttamente proteine della matrice extracellulare, e (3-distroglicano, proteina transmembrana in grado di interagire a livello citoplasmatico con la distrofinia; il complesso del sarcoglicano, costituito da un gruppo di glicoproteine transmembrana, i sarcoglicani, e dal sarcospano; e il complesso citoplasmatico, composto oltre che dalla distrofina stessa, da distrobrevine e sintrofine. La distrofina ricopre dunque un ruolo centrale all’interno del DPC e costituisce un’impalcatura molecolare fondamentale per il corretto ancoraggio dei diversi membri del complesso al sarcolemma. La distrofina e le proteine a essa associate sono espresse principalmente, oltre che nel muscolo scheletrico, anche se nel muscolo cardiaco, nei reni, nei polmoni e nel cervello. A seconda dei diversi tipi cellulari, il DPC è in grado di assemblare isoforme proteiche diverse dando luogo alla formazione di complessi simili al DPC muscolare, con specifiche diversità funzionali a seconda del tessuto in cui sono espressi. Nei neuroni, dove il complesso è localizzato a livello post-sinaptico, la distrofina e il DPC partecipano alla formazione, alla stabilizzazione, nonché al funzionamento di alcune sinapsi GABAergiche, andando a costituire un’impalcatura sulla quale vengono assemblate numerose molecole coinvolte in meccanismi di trasduzione del segnale. Nelle cellule gliali, il DPC è coinvolto nell’organizzazione di complessi proteici che indirizzano i canali per l’acqua alla membrana. CONCLUSIONILe distrofie muscolari di Duchenne e Becker sono malattie compless che in alcuni casi possono associare disturbi cognitivi e neuropsichiatrici. |
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