La sindrome di Prader-Willi (SPW) è una malattia genetica multisistemica, generalmente sporadica, con una prevalenza di 1/15.000-1/30.000. La SPW è la prima malattia per cui è stato identificato il fenomeno dell’imprinting genomico e riconosciuto il meccanismo patogenetico della disomiauniparentale. La sindrome riconosce tre meccanismi patogenetici che conducono all’assenza dell’espressione dei geni di origine paterna, riguardante la regione del cromosoma 15 q11.22 – q13:
• Microdelezione paterna
• Disomiauniparentale materna
• Difetto di imprinting nel cromosoma di origine paterna.
Le manifestazioni cliniche comprendono ipotonia generalizzata a esordio prenatale, letargia, pianto debole, suzione non valida con disturbi della nutrizione/alimentazione e deficit di accrescimento, ritardo sicomotorio, ipogonadismo, iperfagia e obesità. Sono inoltre presenti in bassa statura, dimorfismi facciali, ipopigmentazione, mani e piedi piccoli, disturbi del sonno e un fenotipo comportamentale caratterizzato da temperamento capriccioso e disturbi compulsivi. La diagnosi si ottiene con un test molecolare di metilazione del DNA. La causa più frequente di morbidità e mortalità è l’obesità. La terapia è volta al controllo dell’ipotomia, dell’obesità, dei problemi comportamentali e delle disabilità psicomotorie. Sono ben documentati i benefici dalla terapia sostitutiva con ormone della crescita. |